La stampa insegue i leader, ma spesso le notizie in anteprima e i retroscena più clamorosi li conosciamo noi peones, semplici parlamentari alla prima legislatura, snobbati dalle “firme” del Transatlantico.
Cartina di tornasole collettiva dei reciproci like fra giornalisti e politici i prolungati scenari delle votazioni per le fiducie a grappolo e per il travagliatissimo parto dell’elezione di due Giudici della Corte Costituzionale e dei componenti laici del Consiglio Superiore della Magistratura.
Fra una chiama e l’altra attorno alle poltrone e lungo corridoi, buvette e cortile interno si consumano slalom di colloqui in disparte, battute e ammiccamenti che rimandano a successivi aggiornamenti.
Siparietti che agli occhi della mediaticamente invisibile peona certificano consolidati rapporti confidenziali.
Sia chiaro: invisibile soltanto per chi vede esclusivamente il proprio ego!
Perché, comunque, a dispetto dei “ciechi” giornalisti, quando la peona sfoggia, per dire, giacca e pantaloni rossi, tacco 12 e borsa di Prada , sente addosso, eccome, gli sguardi acuminati dei colleghi parlamentari.
Ma per le “firme” della stampa il Transatlantico e dintorni sono prevalentemente terreno di caccia di notizie. Così se Francesco Verderami del Corriere della Sera non si stacca dalle occhiaie di Danila Subranni, portavoce di Angelino Alfano, l’altra retroscenista del Corsera, Maria Teresa Meli, archiviato D’Alema, marca stretto i vicesegretari del Pd Serracchiani e Verini, il sottosegretario Lotti e il clan renziano.
Nel frattempo Marco Da Milano dell’Espresso e Annagrazia Calabria indugiano, gelo permettendo, come in una vignetta di Raymond Peynet sull’ultima panchina a destra del cortile.

Mi accorgo che Natalia Augias non perde di vista Ida Colucci del Tg2 e le colleghe del politico del Tg1 Costanza Crescimbeni e Claudia Mazzola.

Fra i peones gira voce che brucino ancora le esclusive concesse dal Premier Matteo Renzi a Crescimbeni e Colucci.
Sguardo da segugia anche per Liana Milella di Repubblica che marca il Ministro della Giustizia Orlando, e contemporaneamente non perde di vista gli ex magistrati eletti in Parlamento: Donatella Ferranti, Anna Finocchiaro, Felice Casson, Stefano Dambruoso, Nitto Palma e Giacomo Caliendo.

Gonna nera e stivali, assisa al centro del penultimo divano a sinistra, alle spalle del corridoio dei Ministri, Romana Liuzzo del Giornale “riceve” baciamani e inchini dai due Paoli, Bonaiuti e Romani, ma anche da Rocco Crimi, e Guido Viceconte, ed ascolta fra gli altri Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini, Micaela Biancofiore e Deborah Bergamini.

Rapporti che vanno, rapporti che vengono.
Notizie che filtrano e che si trasformano in titoli, mentre in attesa dello showdown degli scrutini per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, nell’agorà di Montecitorio si rispecchia parte d’Italia.
”In questo lasciare e prendere, fuggire e ricercarsi, sembra davvero – scriveva non a caso Goethe – di vedere una determinazione superiore: si dà atto a tali esseri di una sorta di volontà e capacità di scelta, e si trova del tutto legittimo un termine tecnico come affinità elettive.”
testo della redazione. lorem ipsum sic amet